Intervista a Rossella Pini, designer L’Abitare
Oggi arredare una casa sembra un compito facile, si accede il computer, si naviga un po’ e si trovano molte idee stimolanti. Non avete mai notato che spesso queste idee restano “sogni nel cassetto” dai costi irraggiungibili oppure danno inizio ad un percorso estenuante di ricerca del prezzo più basso disponibile sul mercato?
Esiste ancora la cultura del progetto nell’arredare? Ne parliamo con Rossella Pini, fondatrice e designer de L’Abitare Arredamenti.
Oggi, un progetto d’arredamento è una richiesta frequente oppure i clienti preferiscono scegliere autonomamente e poi richiedere un preventivo?
Si verificano entrambe le situazioni. Diciamo che un progetto vero e proprio ci viene richiesto per ristrutturazioni importanti ma anche per risolvere esigenze particolari in un solo ambiente. Ad esempio, come ottimizzare lo spazio in una cucina o in un soggiorno. Queste ultime sono richieste più frequenti ma non per questo meno complesse. Realizzare un progetto su misura significa considerare molte variabili, come gli impianti elettrici ed idraulici, conoscere quali marchi offrono maggiore modularità, disporre di artigiani qualificati per intervenire nelle personalizzazioni. Con l’esperienza nella progettazione, e anche nel seguire i lavori, si ottengono risultati veramente belli e funzionali.
Come nasce un progetto d’arredamento? E’ una questione di creatività?
Più che creatività, direi “ispirazione”. Il dialogo con il cliente è la prima cosa: confrontandoci possiamo capire ciò che il cliente sta cercando, anche se non lo riesce ancora a visualizzare. Ad esempio, la passione per un colore quando emerge può diventare il filo conduttore di un progetto. Oppure un materiale, come un legno vintage che rispecchia il sapore di una casa o un materiale performante e innovativo, come la biomalta, che si integra con la personalità contemporanea di chi vi abita. Il progetto parte da un’ispirazione semplice e da qui si declina nelle sue varie possibilità creando sempre emozione.
Essere designer e conoscere le tecnologie della casa e dei materiali sono due cose distinte? L’aspetto creativo e la razionalità sono disgiunte?
Non sono mai disgiunte, è proprio dalla loro integrazione che nascono i progetti migliori. Oggi, un negozio di arredamento non può limitarsi a conoscere la qualità e la tecnologia di ciò che propone. Deve conoscerne le potenzialità. Le faccio un esempio. Se voglio arredare una cucina creando un ambiente living che non assomigli affatto a una cucina ma a un bellissimo soggiorno, devo sapere che esistono strutture da posizionare in libertà e che possono contenere anche gli elettrodomestici, creando una composizione scenica.
E chi è attento solo al preventivo? Spesso acquistare un mobile è una lotta stressante alla scelta del prezzo più basso. Più basso significa sempre il migliore acquisto?
Cambiare volto alla propria casa, renderla più vivibile, personale, unica ed eccellente perché ce la meritiamo, perchè ci rappresenta, perché potremo starci bene ed essere più sereni insieme a chi amiamo. Questo è il migliore acquisto ed è proprio in questo percorso di acquisto che interviene il nostro ruolo.
Un percorso? Ma non è stressante tanto quanto cercare il prezzo più basso?
Acquistare non significa solo “mirare” ad un obiettivo, l’oggetto che si acquista. Tutta l’esperienza in sé deve risultare piacevole, qualificante e coinvolgente, possiamo dire costruttiva. E’ proprio questo che ci confermano i nostri clienti. “Sa quanto tempo ho perso? Alla fine ho accumulato un sacco di informazioni, di preventivi che non riuscivo più a gestire. Un effetto paralizzante…. non riuscivo neppure a prendere una decisione. Qui ho trovato quello che volevo.”
Troviamo l’armonia con le esigenze del cliente, a volte con un progetto completo a volte con un suggerimento che deriva dall’esperienza. Questo crea fiducia. Questo fa la differenza.
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